Lo spazio è costituito sulla notevole potenzialità di letture prospettiche dovute all’estensione dimensionale della pianta del salone passante, per prossimo alla tipologia della pianta della villa Veneta. All’impostazione spaziale aperta si deve la moltitudine delle relazioni e di possibilità di percezione dello spazio nella sua interezza differenziata e pulsante in funzione al cambio del punto d’osservazione. La fruizione spazio_temporale, generata dai principi di rastremazione prospettica fortemente direzionata dei tracciati e degli elementi del progetto. Concetto è complimentato da una possibilità di libera disposizione degli elementi di allestimento dello spazio, nel quale oggetti d’arredo esprimono il duplice ruolo e significato. Mantenendo sempre quel origine del gesto con il quale sono stati collocati nello spazio, una certa “arte del porgere” oltre alla funzionalità loro carattere sta nel valore e nel senso di un oggetto esposto. Quindi lo spazio abitato è contemporaneamente uno spazio esposto e espositivo, una galleria degli oggetti utili nelle configurazioni libere e non permanenti, salvo le eccezioni. Questo percorso con il quale si è giunti alla soluzione comporta la formazione di una proprietà specifico dello spazio domestico, del suo carattere quasi pubblico di un interno urbano. Comunque di acquisizione di una scala percettiva e sensoriale che supera la misura e l’oggettività della sua scala fisica.​