L'ipotesi si basa sulla ricodificazione dei tracciati e delle geografie di sviluppo strategico attraverso le nuove città lineari pluritematizzabili, interferenti e complementari al sistema reticolare del territorio metropolitano di Madrid e al sistema consolidato in graduale compattazione di città satellitari, le UDE ( Unidades de Desarrollo Equilibrado ). Ipotizzano di poter pre_determinare e comprendere il “limite” dimensionale fisico e processuale_sistemico dell’ espansione della “Madrid concentrica” e poi il suo successivo decentramento e dispiegamento insediativo nel territorio metropolitano che costituisce l’orizzonte di senso del progetto territoriale, emerge l’ipotesi di una possibile strategia di sviluppo del nuovo sistema urbano. Al suo interno sarebbe possibile il coordinamento in termini relazionali e spaziali, dunque formali, della rete di centralità minori secondo un principio di continuità e di gerarchizzazione dei valori posizionali riferiti ad un sistema unitario ma aperto ed evolvibile alla scala geografica della regione. Una “nuova Madrid“ secolare, dotata di riconoscibilità dei limiti urbani,  esterni ed interni, un’ entità metropolitana di carattere complesso ma riconoscibile e complementare alla “Madrid storica” . La città lineare, in quanto sviluppo della figura spaziale, è proposta come paradigma della forma urbana di continuità, concertativa, polarizzante e fondata sulle geometrie espressive di relazioni razionalizzanti e strutturali nel territorio. La struttura, determinata dalla reticolazione territoriale in ricerca delle logiche di modulazione “ideale” , diviene il principio di formalizzazione spaziale del modelli insediativi. Essi sono stratificativi e complementari nel rispetto degli ambiti territoriali interessati, già composti da diverse “unità” UDE strutturate sulle reti infrastrutturali.